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OMAGGIO A KAFKA

12,00

Undici artisti al castello di Pergine

testi di Alessandro Fontanari Nerofonte e Camilla Nacci

pagine 36
prima edizione maggio 2022

ISBN 978-88-85726-63-5

Descrizione

Omaggio a Kafka. Undici artisti al Castello di Pergine

Anche quest’anno le opere pittoriche e grafiche degli undici artisti invitati sono allestite nella spettrale sala, carica di risonanze, della Dama Bianca e nella sala del Balcone che si trovano al secondo piano non ancora restaurato del Palazzo Baronale.

Simone Brillarelli, Gabriele Cantadore, Bianca Lodola hanno lavorato sul volto iconico di Kafka: un fantasma (Brillarelli), materia oscura e specchio frantumato in cui sprofondiamo (Cantadore), un intarsio di colori che non cancellano la distante tristezza dello sguardo (Lodola).

David Aaron Angeli ha disegnato, con brevi citazioni dai testi di Kafka, alcuni dei tanti animali che ricorrono nelle sue storie e che compongono un singolare bestiario di figure intermedie del divenire animale o della costrizione a divenire uomo.

Marco Lodola nel suo dipinto ha riunito un castello da favola e l’inquietante testa in primo piano dell’uomo-insetto della Metamorfosi.

Marcovinicio, per commentare un aforisma di Kafka, ha dipinto sullo specchio di un bagno le incerte proiezioni del nostro volto interiore.

Per le sue fortezze che si ergono in fantastici paesaggi trasformati da remote forze telluriche, Roberto Perini ha attinto al Castello e alle storie comprese nella raccolta Durante la costruzione della muraglia cinese in cui Kafka rivisita l’archetipo della Torre di Babele.

Franco Rasma ripropone ossessivamente luce e oscurità di un grande volto perfettamente congeniale alle atmosfere di Kafka.

Denis Riva mostra una delle sue tante “metamorfosi”: l’uomo-pianta che da Ovidio e da Dante arriva fino a Kafka.

Renato Reigl e Pietro Weber si sono ispirati al frammento narrativo Il cacciatore Gracco, scritto nel 1917 e ambientato a Riva del Garda dove Kafka soggiornò nel 1909 e nel 1913. Il cacciatore Gracco è Kafka stesso (Kafka in ceco significa “gracchio”, “cornacchia”), alla ricerca di una riva che ponga fine al suo vagare tra la vita e la morte. Renato Reigl traduce due episodi del racconto nell’aura fantasmatica del suo segno scarno e incisivo.

L’opera in cera di Pietro Weber, che fa parte dei suoi lavori riguardanti Il Processo e Il Castello, immagina la barca del cacciatore Gracco alla deriva, realizzando la scena dominata da una figura enigmatica, in una cupa tonalità espressionista.

Una mostra “sotto il segno di Kafka”: ma il Castello di Pergine è sotto il segno di due “K”, quella di Kafka e quella di Krishnamurti, e tra i due celebri personaggi con la stessa lettera iniziale si possono intravedere affinità e corrispondenze.

tratto da “Sotto il segno di Kafka”, introduzione al catalogo di Alessandro Fontanari Nerofonte

 

Il Castello di Pergine

Sorto sulle fondamenta di una fortificazione preromana – sembra assodato che ogni insediamento in Trentino trovasse origine su preesistenti castellieri – il Castello di Pergine narra più di duemila anni di storia.

La Fondazione CastelPergine Onlus, che ha acquistato il maniero a seguito di un’innovativa azione di collaborazione tra pubblico e privato e lo ha reso un bene collettivo, ne ha fatto un centro di ospitalità a tutto tondo, dalla ricezione turistica alla gastronomia, all’arte e alla cultura.

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